“Il poeta, non merita questo appellativo fin che parla dei suoi pochi personali sentimenti; tuttavia, appena riesce a far proprio il mondo, e lo esprime, allora è un poeta.“
J.W.Goethe*

È veramente un grande onore per me, ed una grande responsabilità, musicare, o meglio trovare, il suono nascosto dentro le parole, di questa bella poesia di Daisaku Ikeda.

Ikeda, oltre ad essere un grande poeta, scrittore e fotografo giapponese a noi contemporaneo, è Presidente della Soka Gakkai Internazionale (Soka Gakkai in giapponese vuol dire “associazione per la creazione di valore“) l’istituto buddista giapponese che protegge e divulga l’insegnamento corretto del buddismo di Nichiren Daishonin.
Da quando ho iniziato a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin, nel 1999, la dittatura dell’ego, che fin lì mi aveva accompagnato (l’ego dei compositori peraltro si sà, generalmente, è proprio una brutta bestia), progressivamente, ha cominciato ad incrinarsi rivelando spazi maggiori, sia umani che creativi. La scelta di questa poesia non è casuale. E’ un omaggio sentito al mio Maestro di vita e nello stesso tempo uno stimolo per approfondire il suo prezioso insegnamento. Sento molto vicino a me questa poesia, scritta da Ikeda in età giovanile, perché stigmatizza in modo preciso e sintetico, la tensione profonda verso l’autoriforma radicale dei pensieri, delle parole e delle azioni dominate dal mondo delle illusioni in cui tutti, chi più chi meno, onsapevolmente viviamo. “Io emergo dalla terra“ (verso con cui si chiude questa breve poesia) credo, stia proprio ad indicare lo sforzo e la promessa della filosofia e religione buddista, vale a dire la felicità in questo mondo che, parafrasando liberamente Calvino e le sue Lezioni Americane, non è “superficialità“ ma “leggerezza“ intesa come risultato di una lotta costante con la propria oscurità da condividere con gli altri.

Quindi, vorrei ringraziare profondamente, sia Daisaku Ikeda per avermi permesso questo lavoro sia il direttore del festival Raphael De Vivo per avermelo commissionato e la brava Shigeko Hata per averlo con pazienza costruito
insieme a me.

“Quando lo sviluppo di una persona ha raggiunto un certo stadio, è vantaggioso perdersi in un tutto più grande, imparare a vivere per gli altri, e dimenticare se stessi svolgendo una deferente attività per il prossimo. Solo allora si arriverà a conoscere se stessi.“ J.W. Goethe dal “ Wilhelm Meister“*
Andrea Liberovici

* Queste due citazioni di Goethe sono tratte da “Goethe l’uomo“ lezione tenuta presso lUniversità Soka di Tokyo
da D.Ikeda