FAUST’S BOX

musica, testo, video, regia Andrea Liberovici

con
Helga Davis
Ars Nova Ensemble Instrumental
direttore Philippe Nahon
voce nell’ombra (registrata) Robert Wilson

Dove: TAP – Theatre de Poitiers – Francia (prima)
Prima: 11 febbraio 2016
Durata: 1h
Produzione: Ars Nova Ensemble Instrumental in coproduzione con Teatro del Suono, TAP – Théâtre Auditorium de Poitiers, Teatro Stabile di Genova

FAUST’S BOX
a transdisciplinary journey
di Andrea Liberovici

Organizzato in tredici scene – nel corso delle quali si aprono, uno dopo l’altro, i cassetti della memoria (l’infanzia, l’amore, il solipsismo, il potere, il denaro, ecc.) e delle illusioni di potervi trovare finalmente la felicità – lo spettacolo ha come protagonista la cantante statunitense Helga Davis che qui presta la propria voce all’ombra di Faust.

musica, testo, video, regia Andrea Liberovici
con
Helga Davis
Ars Nova Ensemble Instrumental
direttore Philippe Nahon

voce nell’ombra (registrata) Robert Wilson

Catherine Jacquet, violino
Alain Tresallet, viola
Isabelle Veyrier, violoncello
Tanguy Menez, contrabasso
Eric Lamberger, clarinetto
Isabelle Cornélis e Elisa Humanes, percussioni

Algoritmo (registrato) Ennio Ranaboldo
Controluce Teatro d’Ombre
MATCO, grafica video “Come to Come”
Jeffrey Zeigler, violoncello in M.E.P.H.I.S.T.O.‘s Suite (registrato)
Clarice Jensen, violoncello in Hypothalamus (registrato)

Irene Novello, assistente alla regia e all’organizzazione tecnica
Erwan Le Metayer, direttore di scena
Christophe Hauser, ingegnere del suono
Jérome Deschamps, light designer

…il grande successo della prima è stato creato da una combinazione eccezionale fra un’artista eccezionale come Helga Davis, un compositore di un immenso talento Andrea Liberovici e dall’ensemble musicale che hanno saputo insieme reinterpretare il mito di Faust con un personale ed ispirato spettacolo.
Hélène Biard, classiquenews.com

…Faust si sdoppia nel suo contraltare mefistofelico, è l’eterno ritorno del mito che si fa pura poesia. Non vi è elitismo né autoreferenzialità nello spettacolo, che anzi si traduce in un evento di grande, empatica ed emozionante, fruibilità.(…) Dopo il debutto parigino alla Philharmonie, lo spettacolo è passato per troppi pochi giorni a Genova: varrebbe la pena riprenderlo, anche in contesti festivalieri e musicali.
[Andrea Porcheddu www.glistatigenerali.it]

La cultura ha questa virtù di farci crescere, di elevarci. Faust’Box è come un libro di segreti dove Andrea
Liberovici rivela attraverso i sensi la dimensione nascosta della nostra vita. La nostra anima anela ad una vita che abbia un senso ed e che dia risposte ai grandi misteri di Dio, il bene, il male, la morte, l’amore, il sesso …Liberovici con la carismatica Helga Davis androgina, senza un genere, un corpo, un’anima, ci invitano a immergersi nelle profondità della nostra anima, alla ricerca delle parti misteriose di noi stessi, che detengono un potere immenso di guarigione e trasformazione. Se le parole e pensieri hanno già raggiunto un certo limite, i sensi cercheranno la loro definizione come un aspetto artistico .
Laurianne Kaprielian – blog- lacultureartlife.com

…Opera ipercontemporanea. Viaggio transdisciplinare. Monologo intimo che si fa grido, sussurro, musica, corpo, rumore, parola, immagine, silenzio, anima. È un Faust come non lo si è mai visto e sentito prima, che vive il suo inferno masturbatorio nella dimensione virtuale. Helga Davis è potentissima. Nel suo completo scuro da uomo troppo largo, è Faust e insieme Mefistofele, e a ognuno dà infinite voci che si intrecciano nitide e profonde con la musica, registrate e dal vivo, in una sorta di autopolifonia da brivido…
[Raffaelle Grassi, Il Secolo XIX]

…Se Operetta in nero era una danza affascinante ma interamente macabra, Faust’s Box lascia intravvedere, grazie a un incontro del protagonista con una piccola e fragile creatura tangibile, orizzonti di speranza. Messaggio  privo di retorica, ma potente, in un’opera di respiro internazionale. Concerto, teatro, arte visiva, sublimazione della parola? Arte. E basta.
[Silvana Zanovello, www.teatro.it ]

…Faust diventa per Andrea Liberovici soprattutto una suggestione musicale che rinchiude i lacerti di una riflessione spezzata sull’essere di ciascuno di noi nel mondo, attraversando gli stati d’animo, i sentimenti, la condizione stessa del tempo e dello spazio e ricostruendo una direzione ed una profondità dispersa nella liquidità di questo nostro mondo. …Grazie anche alle citate collaborazioni e partecipazioni l’autore costruisce uno spettacolo di qualità, con afflati internazionali che dà merito alla coproduzione del Teatro Stabile di Genova.
[ Maria Dolores Pesce , www.dramma.it ]

…L’uomo con le sue debolezze, i suoi timori, i suoi ricordi, le sue perplessità e soprattutto la sua voglia di comprensione ed amore. Questo è il Faust del geniale artista che si è formato alla scuola dello Stabile di Genova e che arriva sul palco del teatro che lo ha formato  con la sua quinta creatura. Non ha caso diciamo creatura e non creazione, perché quando si assiste ad uno spettacolo di Liberovici, tutto è vivo, viscerale, carnale, animale e soprattutto tutto è un tutt’uno, un’amalgama che non vede differenze tra discipline ed arti, tra uomini e strumenti… Helga Davis abbraccia questo ruolo con straordinaria disinvoltura…
[Francesca Camponero, www.ligurianotizie.it]

Faust, soprattutto. Le tredici lettere che sommano simbolicamente le lettere dei due nomi propri, Faust più Mephisto, vale a dire l’uomo e il diavolo, danno inizio sanguinetianamente a tredici scene brevi che compongono il nuovo Faust’s Box di Andrea Liberovici…Una straordinaria Helga Davis, maschio e femmina come le due parti del cervello citate a metà pièce, razionale e creativa tra spunti e riproposizione del maestro Bob Wilson, porta avanti, a centro scena, una performance abilmente sorretta dal continuum di una piccola orchestra dal vivo diretta da Philippe Nahon…
[Resi Romeo, genova.repubblica.it ]