In questo momento triste e tragico non posso che far appello, fra le altre cose, alle analisi lucide e implacabili del grande poeta Edoardo Sanguineti con cui ho avuto la fortuna di collaborare e di essergli amico per quindici anni. Andrea Work in regress / una catena di montaggi audiovisivo di andrea liberovici/edoardo sanguineti 2006 estratto https://vimeo.com/112337192 integrale https://vimeo.com/112499851   Questo lavoro per me è un piccolo tributo personale all'invenzione del cinema o meglio alla macchina cinematografica che ha rivoluzionato, per induzione, tutte le arti antiche. La musica, materia primaria del mio studio e lavoro, è stata dall'invenzione del cinema e di conseguenza dalla tecnica di montaggio, profondamente influenzata. Ora si può e si compone musica non soltanto “alla vecchia maniera“ ma anche e soprattutto con il montaggio, le sovrapposizioni...

...piccola variazione sul suono, la musica e la nascita delle immagini... ovvero sulle possibili identità del comporre e delle future, secondo me, mutazioni della fisionomia stessa del compositore. Sono riflessioni che faccio da anni e che, quando mi si presentano occasioni, le metto in pratica intendendo il suono come materiale primario per scrivere anche per immagini! Un abbraccio e buone feste a tutti!!! a L’amore può esser cieco ma non sordo. Laicamente immagino che quello che chiamiamo “anima“ sia in realtà “suono“, cellula dell’inudibile suono dell’universo. Noi, e tutto ciò che vive, interpreti del suono. L’anima gemella? Un’assonanza.Così quando qualcuno mi chiede fai teatro? Rispondo no faccio il compositore e quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo si faccio teatro. Perché le due cose sono intimamente intrecciate. Se la folgorante sintesi di Michelangelo: tu vedi un blocco: pensa all’immagine, l’immagine è dentro basta soltanto spogliarla l’applichiamo al suono invece che al marmo forse è più chiaro. Ogni suono, con il suo svolgersi nel tempo, contiene in se una successione divisioni/narrazioni e la musica e il teatro, sono il potente scalpello con cui farle emergere spogliandole. La tragedia è nata dal suono. Partendo da questa riflessione, ho fondato nel’96 con il poeta Edoardo Sanguineti e alcuni amici il teatrodelsuono. Officina mobile che applica la sua ricerca partendo dal presupposto che tutta l’arte in “movimento“ (teatro, cinema, parola, gesto ecc.) venga generata dal suono e dalla sua organizzazione in musica attraverso i suoi principi costitutivi: ritmo, timbro, melodia, armonia. Così quando qualche amico mi chiede una definizione per la mia ricerca suggerendomi categorie come moderno, post-moderno, contemporaneo ecc. io rispondo semplicemente che mi piacerebbe diventare antico.

Quando qualcuno mi chiede: fai teatro? Rispondo : no faccio il compositore. Quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo: sì, faccio teatro. Sono banalmente le risposte che do a me stesso nello sforzo costante di sottrarmi dall’arcipelago di rassicuranti saturazioni in cui, secondo logica corrente e quindi logica di mercato, dovrei aver trovato nella pratica della definizione un’ isoletta in cui edificare il mio mausoleo portatile. L’isola d’appartenenza: il teatro di parola, il teatro d’immagine, il teatro danza,  il teatro di tradizione e potrei continuare … oppure l’arcipelago molto più nutrito degli scaffali dei generi musicali e delle loro sottospecie : wikipedia di oggi segnala 507 differenti generi musicali compreso il medieval metal…. In questa annegata e paradossale geografia dell’arte e della cultura -ma i maestri del ‘900 non ci avevano finalmente dato gli strumenti per assumerci l’onere e l’onore della libertà?- continuo a nuotare nel suono. In ogni singolo suono, temperato o stemperato che sia, con la sua memoria, lingua,  narrazione. Suono come “immateria prima“ da cui forgiare, nella migliore delle ipotesi, tutti i mattoni per l’edificazione di quella meravigliosa ed effimera grammatica del tempo che è il teatro. Un teatro DEL suono generato da un teatro NEL suono. Sono (suono ?) dunque penso.