“L'amore può esser cieco ma non sordo“

Ringrazio il M° Bashmet e i Moscow Soloists per aver messo in repertorio, dopo il debutto al Teatro la Fenice di Venezia l'anno scorso,  “Non un silenzio“ dedicato da me a Giovanni Morelli e ringrazio il M° C.Ferrari per averlo programmato all'interno della Stagione Sinfonica del Teatro Municipale di Piacenza. Vi aspetto! A

Teatro Municipale di Piacenza

[caption id="attachment_1139" align="aligncenter" width="244"]Unknown Teatro Municipale di Piacenza[/caption] Venerdì 6 febbraio 2015 ore 21 I SOLISTI DI MOSCA Yuri Bashmet direttore e viola Musiche di Hoffmeister, Liberovici, Čajkovskij [caption id="attachment_923" align="aligncenter" width="700"]2 Y.Bashmet A.Liberovici Teatro la Fenice 2014[/caption]   Non un silenzio

“L'amore può esser cieco ma non sordo“

Cadenza Anecòico agg. [comp. di an- priv. e eco, sull’esempio dell’ingl. anechoic] (pl. m. -ci). – Senza echi, che non dà luogo a echi. In acustica, camera a., ambiente per la prova di strumenti acustici, con pareti totalmente assorbenti per i suoni, in cui perciò non possono aver luogo fenomeni di eco. Dizionario Treccani La camera anecoica è quel luogo in cui, teoricamente, non essendoci rifrazioni acustiche, dovrebbe prodursi ciò che convenzionalmente e sbagliando, chiamiamo silenzio. “All’inizio degli anni Cinquanta, presi la decisione di accettare i suoni che esistono nel mondo. Prima, ero così ingenuo da pensare che esistesse una cosa come il silenzio. Ma quando entrai nella camera anecoica della Harvard University a Cambridge, sentii due suoni. Pensai che ci fosse qualcosa di sbagliato nella stanza, e dissi all’Ingegnere che c’erano due suoni. Mi chiese di descriverli e lo feci: «Bene – disse – quello più acuto è il suo sistema nervoso in funzione e quello più grave la sua circolazione sanguigna». Questo significa che c’è musica, o c’è suono, indipendentemente dalla mia volontà”. J.Cage, citato da K.Gann nel “Il silenzio non esiste” [caption id="attachment_1115" align="aligncenter" width="275"]Cage J.Cage[/caption] Appunto, il silenzio non esiste. “4.33”, il celebre brano di Cage (erroneamente ricordato come quattro minuti e trentatré secondi di silenzio) è stato un punto nodale e di svolta della musica novecentesca.

...piccola variazione sul suono, la musica e la nascita delle immagini... ovvero sulle possibili identità del comporre e delle future, secondo me, mutazioni della fisionomia stessa del compositore. Sono riflessioni che faccio da anni e che, quando mi si presentano occasioni, le metto in pratica intendendo il suono come materiale primario per scrivere anche per immagini! Un abbraccio e buone feste a tutti!!! a L’amore può esser cieco ma non sordo. Laicamente immagino che quello che chiamiamo “anima“ sia in realtà “suono“, cellula dell’inudibile suono dell’universo. Noi, e tutto ciò che vive, interpreti del suono. L’anima gemella? Un’assonanza.Così quando qualcuno mi chiede fai teatro? Rispondo no faccio il compositore e quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo si faccio teatro. Perché le due cose sono intimamente intrecciate. Se la folgorante sintesi di Michelangelo: tu vedi un blocco: pensa all’immagine, l’immagine è dentro basta soltanto spogliarla l’applichiamo al suono invece che al marmo forse è più chiaro. Ogni suono, con il suo svolgersi nel tempo, contiene in se una successione divisioni/narrazioni e la musica e il teatro, sono il potente scalpello con cui farle emergere spogliandole. La tragedia è nata dal suono. Partendo da questa riflessione, ho fondato nel’96 con il poeta Edoardo Sanguineti e alcuni amici il teatrodelsuono. Officina mobile che applica la sua ricerca partendo dal presupposto che tutta l’arte in “movimento“ (teatro, cinema, parola, gesto ecc.) venga generata dal suono e dalla sua organizzazione in musica attraverso i suoi principi costitutivi: ritmo, timbro, melodia, armonia. Così quando qualche amico mi chiede una definizione per la mia ricerca suggerendomi categorie come moderno, post-moderno, contemporaneo ecc. io rispondo semplicemente che mi piacerebbe diventare antico.

Quando qualcuno mi chiede: fai teatro? Rispondo : no faccio il compositore. Quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo: sì, faccio teatro. Sono banalmente le risposte che do a me stesso nello sforzo costante di sottrarmi dall’arcipelago di rassicuranti saturazioni in cui, secondo logica corrente e quindi logica di mercato, dovrei aver trovato nella pratica della definizione un’ isoletta in cui edificare il mio mausoleo portatile. L’isola d’appartenenza: il teatro di parola, il teatro d’immagine, il teatro danza,  il teatro di tradizione e potrei continuare … oppure l’arcipelago molto più nutrito degli scaffali dei generi musicali e delle loro sottospecie : wikipedia di oggi segnala 507 differenti generi musicali compreso il medieval metal…. In questa annegata e paradossale geografia dell’arte e della cultura -ma i maestri del ‘900 non ci avevano finalmente dato gli strumenti per assumerci l’onere e l’onore della libertà?- continuo a nuotare nel suono. In ogni singolo suono, temperato o stemperato che sia, con la sua memoria, lingua,  narrazione. Suono come “immateria prima“ da cui forgiare, nella migliore delle ipotesi, tutti i mattoni per l’edificazione di quella meravigliosa ed effimera grammatica del tempo che è il teatro. Un teatro DEL suono generato da un teatro NEL suono. Sono (suono ?) dunque penso.