“L'amore può esser cieco ma non sordo“

Recitativo Il XX secolo è, fra le altre cose, l'Età del Rumore. Rumore fisico, rumore mentale e rumore di desiderio: per ognuno di essi abbiamo testimonianze storiche. E non c'è da meravigliarsi, perché tutte le risorse della nostra tecnologia quasi miracolosa concorrono a render più efficace l'attuale assalto del silenzio. La radio, la più popolare e influente fra tutte le recenti invenzioni, non è altro che un canale attraverso il quale un frastuono prefabbricato può entrare a fiotti nelle nostre case. E naturalmente questo frastuono va molto più in la dei timpani. Pervade la mente, riempiendola di una babele di distrazioni: notizie di cronaca, informazioni spezzettate e sconnesse, frammenti di musica. (…) E quando, come nella maggior parte delle nazioni, le stazioni emittenti si finanziano vendendo il tempo agli inserzionisti, il baccano viene trasmesso dalle orecchie, attraverso i regni della fantasia, della conoscenza e del sentimento, fino al nucleo del desiderio dell'ego. Aldous Huxley, Opere [caption id="attachment_1102" align="aligncenter" width="225"]Huxley A.Huxley[/caption]   E’ un fatto che chi mangia un biscotto secco si sente le orecchie stordite da un gran rumore che gli impedisce di udire il mondo circostante, e al tè Schildknapp dimostrava come una società’ che mangia biscotti non possa udire niente.

T. Mann, Doctor Faustus

[caption id="attachment_1101" align="aligncenter" width="262"]Mann T.Mann[/caption]

 da “L'amore può esser cieco ma non sordo“

Il silenzio / penetra nella roccia / un canto di cicale

M.Basho

 
 Basho
Preludio
“I suoni più comuni e dozzinali, come l'abbaiare di un cane, a delle orecchie fresche e sane producono lo stesso effetto della musica più rara. Dipende dal proprio appetito per il suono."
H.D.Thoreau, Journal, 27 dicembre 1857 [caption id="attachment_1068" align="aligncenter" width="206"]H.D.Thoreau H.D.Thoreau[/caption]
Toccata
Quando ti occupi di un suono in quanto suono, in quanto pensiero limitato e tuttavia infinito, per parafrasare Einstein, si presentano spontaneamente nuove idee, che vogliono essere definite, esplorate, che hanno bisogno di una mente consapevole di stare entrando in un mondo vivente, non in un mondo morto. M.Feldman, “Conversazioni senza Stravinskij“ da Pensieri verticali

...piccola variazione sul suono, la musica e la nascita delle immagini... ovvero sulle possibili identità del comporre e delle future, secondo me, mutazioni della fisionomia stessa del compositore. Sono riflessioni che faccio da anni e che, quando mi si presentano occasioni, le metto in pratica intendendo il suono come materiale primario per scrivere anche per immagini! Un abbraccio e buone feste a tutti!!! a L’amore può esser cieco ma non sordo. Laicamente immagino che quello che chiamiamo “anima“ sia in realtà “suono“, cellula dell’inudibile suono dell’universo. Noi, e tutto ciò che vive, interpreti del suono. L’anima gemella? Un’assonanza.Così quando qualcuno mi chiede fai teatro? Rispondo no faccio il compositore e quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo si faccio teatro. Perché le due cose sono intimamente intrecciate. Se la folgorante sintesi di Michelangelo: tu vedi un blocco: pensa all’immagine, l’immagine è dentro basta soltanto spogliarla l’applichiamo al suono invece che al marmo forse è più chiaro. Ogni suono, con il suo svolgersi nel tempo, contiene in se una successione divisioni/narrazioni e la musica e il teatro, sono il potente scalpello con cui farle emergere spogliandole. La tragedia è nata dal suono. Partendo da questa riflessione, ho fondato nel’96 con il poeta Edoardo Sanguineti e alcuni amici il teatrodelsuono. Officina mobile che applica la sua ricerca partendo dal presupposto che tutta l’arte in “movimento“ (teatro, cinema, parola, gesto ecc.) venga generata dal suono e dalla sua organizzazione in musica attraverso i suoi principi costitutivi: ritmo, timbro, melodia, armonia. Così quando qualche amico mi chiede una definizione per la mia ricerca suggerendomi categorie come moderno, post-moderno, contemporaneo ecc. io rispondo semplicemente che mi piacerebbe diventare antico.

Quando qualcuno mi chiede: fai teatro? Rispondo : no faccio il compositore. Quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo: sì, faccio teatro. Sono banalmente le risposte che do a me stesso nello sforzo costante di sottrarmi dall’arcipelago di rassicuranti saturazioni in cui, secondo logica corrente e quindi logica di mercato, dovrei aver trovato nella pratica della definizione un’ isoletta in cui edificare il mio mausoleo portatile. L’isola d’appartenenza: il teatro di parola, il teatro d’immagine, il teatro danza,  il teatro di tradizione e potrei continuare … oppure l’arcipelago molto più nutrito degli scaffali dei generi musicali e delle loro sottospecie : wikipedia di oggi segnala 507 differenti generi musicali compreso il medieval metal…. In questa annegata e paradossale geografia dell’arte e della cultura -ma i maestri del ‘900 non ci avevano finalmente dato gli strumenti per assumerci l’onere e l’onore della libertà?- continuo a nuotare nel suono. In ogni singolo suono, temperato o stemperato che sia, con la sua memoria, lingua,  narrazione. Suono come “immateria prima“ da cui forgiare, nella migliore delle ipotesi, tutti i mattoni per l’edificazione di quella meravigliosa ed effimera grammatica del tempo che è il teatro. Un teatro DEL suono generato da un teatro NEL suono. Sono (suono ?) dunque penso.