“L'amore può esser cieco ma non sordo“

Cadenza Anecòico agg. [comp. di an- priv. e eco, sull’esempio dell’ingl. anechoic] (pl. m. -ci). – Senza echi, che non dà luogo a echi. In acustica, camera a., ambiente per la prova di strumenti acustici, con pareti totalmente assorbenti per i suoni, in cui perciò non possono aver luogo fenomeni di eco. Dizionario Treccani La camera anecoica è quel luogo in cui, teoricamente, non essendoci rifrazioni acustiche, dovrebbe prodursi ciò che convenzionalmente e sbagliando, chiamiamo silenzio. “All’inizio degli anni Cinquanta, presi la decisione di accettare i suoni che esistono nel mondo. Prima, ero così ingenuo da pensare che esistesse una cosa come il silenzio. Ma quando entrai nella camera anecoica della Harvard University a Cambridge, sentii due suoni. Pensai che ci fosse qualcosa di sbagliato nella stanza, e dissi all’Ingegnere che c’erano due suoni. Mi chiese di descriverli e lo feci: «Bene – disse – quello più acuto è il suo sistema nervoso in funzione e quello più grave la sua circolazione sanguigna». Questo significa che c’è musica, o c’è suono, indipendentemente dalla mia volontà”. J.Cage, citato da K.Gann nel “Il silenzio non esiste” [caption id="attachment_1115" align="aligncenter" width="275"]Cage J.Cage[/caption] Appunto, il silenzio non esiste. “4.33”, il celebre brano di Cage (erroneamente ricordato come quattro minuti e trentatré secondi di silenzio) è stato un punto nodale e di svolta della musica novecentesca.

 “L'amore può esser cieco ma non sordo“

Recitativo Il XX secolo è, fra le altre cose, l'Età del Rumore. Rumore fisico, rumore mentale e rumore di desiderio: per ognuno di essi abbiamo testimonianze storiche. E non c'è da meravigliarsi, perché tutte le risorse della nostra tecnologia quasi miracolosa concorrono a render più efficace l'attuale assalto del silenzio. La radio, la più popolare e influente fra tutte le recenti invenzioni, non è altro che un canale attraverso il quale un frastuono prefabbricato può entrare a fiotti nelle nostre case. E naturalmente questo frastuono va molto più in la dei timpani. Pervade la mente, riempiendola di una babele di distrazioni: notizie di cronaca, informazioni spezzettate e sconnesse, frammenti di musica. (…) E quando, come nella maggior parte delle nazioni, le stazioni emittenti si finanziano vendendo il tempo agli inserzionisti, il baccano viene trasmesso dalle orecchie, attraverso i regni della fantasia, della conoscenza e del sentimento, fino al nucleo del desiderio dell'ego. Aldous Huxley, Opere [caption id="attachment_1102" align="aligncenter" width="225"]Huxley A.Huxley[/caption]   E’ un fatto che chi mangia un biscotto secco si sente le orecchie stordite da un gran rumore che gli impedisce di udire il mondo circostante, e al tè Schildknapp dimostrava come una società’ che mangia biscotti non possa udire niente.

T. Mann, Doctor Faustus

[caption id="attachment_1101" align="aligncenter" width="262"]Mann T.Mann[/caption]

Freud Promenade...  “Viaggi e tempo libero“ “Il Nord Est dell’Italia è dominato da una catena di meravigliose e altissime montagne: le Dolomiti. In una zona intermedia,  a mezza altezza, proprio al confine con l’Austria, c’è un lunghissimo sentiero nel bosco chiamato : Freud Promenade. Pare che l’inventore della psicanalisi passasse le sue vacanze estive in quel luogo e tutti i giorni facesse quel sentiero, in modo privato, da solo col suo bastone, a piedi da un capo all’altro dell’altipiano. È un sentiero che comincia con un gigantesco prato nel sole e lentamente s’immerge nel buio di un bosco fittissimo, di pini intrecciati fra loro fino a chiudere il cielo e grandi radici come artigli di animali sepolti che emergono dalla terra facendo inciampare i bambini. Dovrebbe esserci un permesso speciale per poterlo fare… è pericolosissimo. Un sentiero pieno di trabocchetti e gole profonde su cui è vivamente sconsigliato posare lo sguardo perché la vertigine, come calamita, può spingere anche il più esperto alpinista a buttarsi giù di sotto. Solo pochi riescono ad arrivare all’altro capo del sentiero dove pare esserci una locanda, da cui dicono si goda una vista meravigliosa. Se si pensa a Freud, quel sentiero può trasformarsi in una metafora dell’uomo e del suo percorso nell’inconscio, nelle emozioni, nei ricordi e nei tranelli della vita.“ (pausa) La psicologia, nella migliore delle ipotesi, ha soltanto spiegato e analizzato, ma non ha fatto crescere fiori sul sentiero della conoscenza… si sono rimarginate le ferite ma le cicatrici, come icone pop, si sono assommate una sull’altra sul mio dolore. Conosco le loro canzoni a memoria, non mi piacciono ma tornano sempre.

...piccola variazione sul suono, la musica e la nascita delle immagini... ovvero sulle possibili identità del comporre e delle future, secondo me, mutazioni della fisionomia stessa del compositore. Sono riflessioni che faccio da anni e che, quando mi si presentano occasioni, le metto in pratica intendendo il suono come materiale primario per scrivere anche per immagini! Un abbraccio e buone feste a tutti!!! a L’amore può esser cieco ma non sordo. Laicamente immagino che quello che chiamiamo “anima“ sia in realtà “suono“, cellula dell’inudibile suono dell’universo. Noi, e tutto ciò che vive, interpreti del suono. L’anima gemella? Un’assonanza.Così quando qualcuno mi chiede fai teatro? Rispondo no faccio il compositore e quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo si faccio teatro. Perché le due cose sono intimamente intrecciate. Se la folgorante sintesi di Michelangelo: tu vedi un blocco: pensa all’immagine, l’immagine è dentro basta soltanto spogliarla l’applichiamo al suono invece che al marmo forse è più chiaro. Ogni suono, con il suo svolgersi nel tempo, contiene in se una successione divisioni/narrazioni e la musica e il teatro, sono il potente scalpello con cui farle emergere spogliandole. La tragedia è nata dal suono. Partendo da questa riflessione, ho fondato nel’96 con il poeta Edoardo Sanguineti e alcuni amici il teatrodelsuono. Officina mobile che applica la sua ricerca partendo dal presupposto che tutta l’arte in “movimento“ (teatro, cinema, parola, gesto ecc.) venga generata dal suono e dalla sua organizzazione in musica attraverso i suoi principi costitutivi: ritmo, timbro, melodia, armonia. Così quando qualche amico mi chiede una definizione per la mia ricerca suggerendomi categorie come moderno, post-moderno, contemporaneo ecc. io rispondo semplicemente che mi piacerebbe diventare antico.

Quando qualcuno mi chiede: fai teatro? Rispondo : no faccio il compositore. Quando qualcuno mi chiede fai il compositore? Rispondo: sì, faccio teatro. Sono banalmente le risposte che do a me stesso nello sforzo costante di sottrarmi dall’arcipelago di rassicuranti saturazioni in cui, secondo logica corrente e quindi logica di mercato, dovrei aver trovato nella pratica della definizione un’ isoletta in cui edificare il mio mausoleo portatile. L’isola d’appartenenza: il teatro di parola, il teatro d’immagine, il teatro danza,  il teatro di tradizione e potrei continuare … oppure l’arcipelago molto più nutrito degli scaffali dei generi musicali e delle loro sottospecie : wikipedia di oggi segnala 507 differenti generi musicali compreso il medieval metal…. In questa annegata e paradossale geografia dell’arte e della cultura -ma i maestri del ‘900 non ci avevano finalmente dato gli strumenti per assumerci l’onere e l’onore della libertà?- continuo a nuotare nel suono. In ogni singolo suono, temperato o stemperato che sia, con la sua memoria, lingua,  narrazione. Suono come “immateria prima“ da cui forgiare, nella migliore delle ipotesi, tutti i mattoni per l’edificazione di quella meravigliosa ed effimera grammatica del tempo che è il teatro. Un teatro DEL suono generato da un teatro NEL suono. Sono (suono ?) dunque penso.