...dialogo fra un Generale e un ragazzino chiamato Bolla su un fatiscente palcoscenico teatrale trasformato in un parcheggio. Due personaggi assistiti da un'unica ombra. Da : Operetta in nero Teatro Stabile di Genova 2011 11 G: Una sera.. ero solo… senza scorta… in un vecchio hotel dove andavo ogni tanto a riposarmi… in “incognito”, come si diceva. Non riuscivo a dormire e sono sceso nella hall. Fuori c’era un’ambulanza e stavano caricando un uomo anziano con una barella. Ho tirato dritto, mi sono fatto gli affari miei. Il giorno dopo, qualcuno mi ha detto che l’uomo anziano era il portiere di notte… un tipo solitario, come me, che incontravo tutte le notti e con cui, ogni tanto mi fermavo a fare due parole. Ricoverato d’urgenza per un ictus. Passa del tempo, non so, due settimane, pensavo fosse morto e me lo ritrovo davanti a un supermercato. Immobile, sotto la pioggia, davanti alle porte scorrevoli con la gente che l’urtava bestemmiando per l’intralcio, che lo spingeva… lì fermo… bagnato fradicio, senza il coraggio d’entrare… totalmente perduto stringendo però in modo fiero… come una sfida verso il cielo… qualcosa… nel pugno… lì, in alto, davanti a sé, come un trofeo. Senza pensarci un attimo gli ho chiesto: come stai?

Freud Promenade...  “Viaggi e tempo libero“ “Il Nord Est dell’Italia è dominato da una catena di meravigliose e altissime montagne: le Dolomiti. In una zona intermedia,  a mezza altezza, proprio al confine con l’Austria, c’è un lunghissimo sentiero nel bosco chiamato : Freud Promenade. Pare che l’inventore della psicanalisi passasse le sue vacanze estive in quel luogo e tutti i giorni facesse quel sentiero, in modo privato, da solo col suo bastone, a piedi da un capo all’altro dell’altipiano. È un sentiero che comincia con un gigantesco prato nel sole e lentamente s’immerge nel buio di un bosco fittissimo, di pini intrecciati fra loro fino a chiudere il cielo e grandi radici come artigli di animali sepolti che emergono dalla terra facendo inciampare i bambini. Dovrebbe esserci un permesso speciale per poterlo fare… è pericolosissimo. Un sentiero pieno di trabocchetti e gole profonde su cui è vivamente sconsigliato posare lo sguardo perché la vertigine, come calamita, può spingere anche il più esperto alpinista a buttarsi giù di sotto. Solo pochi riescono ad arrivare all’altro capo del sentiero dove pare esserci una locanda, da cui dicono si goda una vista meravigliosa. Se si pensa a Freud, quel sentiero può trasformarsi in una metafora dell’uomo e del suo percorso nell’inconscio, nelle emozioni, nei ricordi e nei tranelli della vita.“ (pausa) La psicologia, nella migliore delle ipotesi, ha soltanto spiegato e analizzato, ma non ha fatto crescere fiori sul sentiero della conoscenza… si sono rimarginate le ferite ma le cicatrici, come icone pop, si sono assommate una sull’altra sul mio dolore. Conosco le loro canzoni a memoria, non mi piacciono ma tornano sempre.